IL PAESAGGIO VIOLENTATO. LE DUE GUERRE MONDIALI, LE PERSONE, LA NATURA

Ambiente e uomo un binomio sempre più antitetico, che trova una sua concretezza nel concetto di antropizzazione, per il quale gli interventi dell’uomo sull’ambiente naturale hanno prodotto alterazioni territoriali, spesso con effetti ecologicamente nefasti.

Oltre a ciò vi è un tipo di trasformazione ambientale ancora più spaventosa e radicale, mi riferisco nello specifico alle modifiche del paesaggio avvenute nel corso dei due conflitti mondiali. Per avere un’idea di quanto voglio dire bisogna leggere Il Paesaggio Violentato – Le due guerre mondiali, le persone, la natura, edito da Viella, a cura del Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Alcide Cervi, prof. Giorgio Vecchio e Gabriella Gotti e a opera di AA.VV.

Il saggio riporta eventi storici, legati a una serie di drammatiche conseguenze dovute alle drastiche e violente trasformazioni paesaggistiche, con i conseguenziali danni che le due guerre mondiali hanno prodotto anche su specie vegetali e animali, ponendo l’accento sulla scomparsa di intere porzioni di territorio, occupate da comunità umane.

I due conflitti mondiali non hanno lasciato dietro di sé solo la perdita di decine di milioni di vite umane, dovute alla distruzione delle città, hanno prodotto anche una radicale trasformazione di enormi parti di territorio, come i paesaggi alpini, basti pensare alle Alpi centro-orientali, coinvolgendo intere comunità rurali.

A riguardo, la sezione del saggio “Paesaggio, combattimenti, rappresaglie” è dedicata a porzioni di territorio, quindi di paesaggio, che hanno subito un cambiamento tale da vedere intere comunità sradicate o addirittura cancellate dai nazisti; tra queste località tragicamente note, vengono ricordate Lidice, un piccolo borgo della Repubblica Ceca, noto per l’agghiacciante destino a cui andarono incontro i suoi abitanti subito dopo l’assassinio di Reinhard Heydrich e ancora Oradour in Francia, il Monte Sole in Italia, la ricostruzione paesaggistica del Carso di cui raccontano nello specifico Salvatore Trapani, Fabien Archambault, Elena Monicelli, Andrea Ventura, Luciano Casali e Moreno Baccichet che con maestria hanno rievocato i tragici momenti su cui viene ricostruita la drammatica storia di questi luoghi, la cui memoria riporta ai concetti di sterminio e sradicamento.

Lidice fu rasa al suolo dai cannoni e dai panzer, dopo un saccheggio al quale non sfuggirono neanche i morti del piccolo cimitero, dove furono scoperchiate le bare nella speranza di trovare fra i poveri resti oggetti di valore e denti d’oro. Poi furono sradicate le lapidi. Gli animali furono uccisi come i loro pastori nelle aie, tutto ciò che era disseminato nel paesaggio a colpo d’occhio doveva essere cancellato come se non fosse mai esistito. Il disprezzo nazista per le culture considerate inferiori, nel caso di Lidice, è stato soverchiato da una furia calibrata e inscenata, perché ammantata di dramma estetico. (Tratto da Lidice, 10 giugno 1942 di Salvatore Trapani)

Il Paesaggio Violentato. Le due guerre mondiali, le persone, la natura è un saggio di grande valore, non solo per la rilevanza del lavoro in esso svolto, ma soprattutto perché rappresenta un valido strumento di promozione culturale per un passato che non possiamo dimenticare e per quella memoria storica che deve essere posta a conoscenza della generazione attuale, a monito di quelle future.

Per un approfondimento di quanto detto, rimando all’intervista rilasciata, sul portale Letture.org , dal Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Alcide Cervi, prof. Giorgio Vecchio, docente di Storia Contemporanea all’Università di Parma:

L’ISTITUTO ALCIDE CERVI

L’Istituto è dedicato ad Alcide Cervi, Papà Cervi, figura emblematica del dopoguerra italiano e testimone altissimo della Resistenza, che custodisce e rinnova la memoria dei sette fratelli Cervi e del loro sacrificio. Da più di quarant’anni in prima fila con la ricerca scientifica e la promozione culturale, nel campo della storia delle campagne, delle lotte democratiche e dei valori antifascisti alla base della nostra Repubblica. L’Istituto Alcide Cervi gestisce il MUSEO CERVI cuore operativo delle proprie attività, la BIBLIOTECA ARCHIVIO EMILIO SERENI che ospita il patrimonio librario e documentario del grande studioso dell’agricoltura e l’Archivio storico nazionale dei movimenti contadini e il PARCO AGROAMBIENTALE, nelle aeree esterne.

QUARTA DI COPERTINA

Già da qualche anno i due conflitti mondiali, da tempo non più oggetto di interesse dei soli storici politici e militari, sono stati esaminati considerando anche gli aspetti socio-economici e, soprattutto, il grado di coinvolgimento delle popolazioni civili. Si tratta adesso di “dare voce” anche a chi non la possiede: gli animali, la natura, il paesaggio. Questo volume intende offrire alcuni contributi originali o, per usare le parole di Emilio Sereni, l’autore della Storia del paesaggio agrario italiano, dei «limitati sondaggi», per suggerire nuove ricerche, ispirate anche dalle nuove sensibilità del nostro tempo. Contributi di F. Archambault, M. Baccichet, L. Casali, E. Cerutti, M. Ermacora, F. Goddi, G. Gotti, E. Monicelli, A. Morigi, R. Pergher, B. Ronchi, S. Trapani, G. Vecchio, A. Ventura, F. Verardo, A. Villa, M. Zaccaria. Giorgio Vecchio, già professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Parma, è presidente del comitato scientifico dell’Istituto Alcide Cervi. Gabriella Gotti, public historian, si occupa di strategia, progettazione e coordinamento dell’attività didattica dell’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (RE).

DETTAGLI

Editore: Viella

Collana: I libri di Viella

Curatori: Giorgio Vecchio, Gabriella Gotti

Data uscita: 28 agosto 2020

Formato: brossura, illustrato

Prezzo: € 28,00

Pagine: 360

EAN: 9788833134550

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *